mercoledì 31 marzo 2004

Tommaso Labranca intervista Aldo Nove

tratto da R.I.O., Rare Interviste Originali.

Erano i primi giorni del 2000. Sul sito allora in funzione, labranca.com, era nato un verboso dibattito in seguito alla partecipazione di Aldo Nove, Raul Montanari e altri a una iniziativa sponsorizzata dalla Provincia di Milano e dalla sua presidente, Ombretta Colli. Dopo svariate mail, si arrivò a un incontro rappacificatore con Aldo Nove, durante il quale fu registrata questa intervista.


Aldo Nove: Signore e signori telespettatori di questo sito buongiorno. Siamo Aldo Nove e Tommaso Labranca a discutere un forum che c'è stato quindici giorni fa e che è stato tolto su argomento Giorgio Colli e suo marito Ombretta Gaber. Allora il sito diceva: E' giusto essere d'accordo con Ombretta Colli?. La risposta è stata no, perché la Colli ci disgusta come donna, come è fatta vecchia e anche per la sua politica completamente sbagliata, molto di forzaitalia che quando era giovane faceva una politica alla sinistra di Mao e adesso fa una politica alla destra di Pannella. Quindi siamo tutti che la odiamo con la sincerità del nostro cuore. Adesso faccio una cosa di mangiare.
Tommaso Labranca: Quello che ha colpito è stata la tua reazione,
Aldo Nove. Poiché in fondo non c'era un vero attacco nei tuoi confronti.
Aldo Nove: Perché mi dava fastidio che c'erano delle cose un po' private, dette al telefono che messe su un sito mi macchiavano. Io non sono uno che ama moltissimo la dimensione privata, però c'è una certa dimensione privata ogni tanto.
Tommaso Labranca: Io ti chiedo scusa se questa cosa ti ha dato fastidio, ma la portavo a testimonianza. Perché aspettare che siano gli altri quando noi saremo morti a tirar fuori tutto quello che noi abbiamo fatto? Meglio farlo sapere subito?
Aldo Nove: Va be', questo è anche vero. Può essere sinceramente giusto.
Tommaso Labranca: Cioè vendere oggi stesso il nostro diario. Hai tutti gli occhiali storti, come fai a vedere bene?
Aldo Nove: Perché non riesco ad andare a farli mettere a posto. E' per darmi un carisma e un sintomatico mistero.
Tommaso Labranca: Dovrebbero essere da sole.
Aldo Nove: Lo so, ma poi non ci vedo. Perché siamo in inverno. Cos'è adesso primavera? Allora io mi sono risentito perché a me fa schifo Ombretta Colli. Cioè a parte che mi viene sempre Ornella Muti, non so perché… non ha fatto niente.
Tommaso Labranca: A parte poi che essere confusa con la Colli…
Aldo Nove: Mi viene in mente come pronuncia, no? Ornella Muti… E poi l'ho trattata malissimo di fronte a tutti e non ci volevano pagare perché l'avevo ingiuriata.
Tommaso Labranca: Ma la serata come è andata poi? C'era gente?
Aldo Nove: Era pieno di gente e io non capivo perché. E Pinketts si è ubriacato, tanto per cambiare. Hanno fatto questo film brutto, brutto, noioso, proprio un film… allora lo scopo era che ci davano 500.000 lire se facevamo la presentazione. Io 500.000 lire compro dei cd però poi alla fine hanno deciso che non ce li davano perché io avevo insultato Ornella Muti. E allora si è incazzato Raul e ha detto vi spacco tutto perché siete dei disgraziati, dovete pagarci mezzo milione per uno e alla fine avevano paura di Raul perché ha i muscoli e cià sotto un tarello magnetico, anche la sua fidanzata lo ammette. Lei non sa come fare, non c'è spazio, dice: basta Raul non c'è più spazio smettila, ma lui va dentro e scassa tutto. E' fatto così lui. Allora io credo che quella serata lì la roba più indecente era la locandina di questo tipo con una roba da circo: Ornella Muti presenta…
Tommaso Labranca: E' quello che mi ha fatto saltare su quando sono arrivato a casa e ho visto l'invito.
Aldo Nove: Infatti quando mi è arrivato l'invito, ho chiamato Raul e ho detto guarda che devo fare una cosa con so cosa gli ho detto… una serata con Lukàcs… una roba così, non posso venire. Lukàcs, quel comunista che fa Guerre Stellari. Allora Raul mi ha spiegato, no senti, noi abbiamo fatto questa cagata qua per darci mezzo milione dobbiamo fare questa roba. E Tommaso Labranca: ma fa niente se parlo malissimo di Ombretta Colli? E lui mi fa: E' giusto che tu dici tutto quello che vuoi. Così ogni volta che parlavo dicevo: Innanzitutto ringrazio a Ornella Muti per averci fatto venire a questa sera, finalmente vedo i miei amici Voltolini, siamo amici un poco, a Pinketts, Pinketts mi piace è fuori come un diluvio, e anche a Tiziano che non c'è, perché doveva fare una conferenza con uno che non si capisce se è morto o no. Sai uno di quelli vecchi che non si sa se sono morti o no. Come Mario Soldati che quando è morto hai detto: cazzo, ma era ancora vivo? Ah sì, Baudrillard. Ha fatto questa conferenza con Tiziano Scarpa, allora è vivo.
Tommaso Labranca: A me non mi chiamano a fare le conferenze con Baudrillard…
Aldo Nove: Neanche a me, forse perché ho cambiato il numero di telefono. A me mi piaceva Baudrillard, c'era un libro che si chiamava L'ombra delle maggioranze silenziose. La copertina era in tre parti, per metà niente, per metà delle cosce e per metà delle parole. Una delle tre parti mi piaceva, ero contento delle cosce… allora Tiziano non c'era, eravamo noi a questa serata e io dico: ringrazio Ornella Muti per averci fatto venire a questa serata e io mi ricordo che quando ero piccolo (e ho alzato il braccio sinistro così) ascoltavo le sue canzoni di lei e di suo marito, però peccato che adesso ha cambiato idea, non ho capito cos'è, però fa niente perché c'è Pinketts e Voltolini e tutto il tempo parlavo con il braccio così. Quando poi ogni volta che parlavo sempre dicevo: no, comunque ne approfitto per ringraziare Ombretta Colli, ogni volta e tutti ridevano. E quelli di Ombretta Colli non erano contenti. Non volevano pagarci, era un atto politico... (mangia) Allora la questione se è giusto o no fare le robe con le istituzioni, è una questione abbastanza seria perché se fai delle robe in un modo o nell'altro ti trovi a che fare con le istituzioni. O quelle di destra o quelle di sinistra. Ma quelle di sinistra tra virgolette cosa sono di sinistra, sono molto di destra, democrazia cristiana tremenda. Quindi come diceva un ex dadaista sovietico: Che fare?
Tommaso Labranca: Ecco, il forum nasceva da questo: è giusto che i paladini della provocazione, le persone che hanno dato dignità letteraria al termine pompino accettino questi inviti? Ma io comprendevo anche le giunte di sinistra. Tu mi hai detto nella tua prima risposta: Salutami Fazio e Veltroni. Se io ti ho fatto male dicendoti quelle cose, tu mi hai fatto male dicendomi questo. Perché all'interno del gruppo di Fazio, del quale credo di non fare più parte, io comunque ero la pecora nera, identificato con il cattivo e il fascista. Vogliamo parlare di Haider?
Aldo Nove: E quello lì... meno male che c'è qualcuno che combatte contro questi negri in Italia! Non ne possiamo più. E' giusto che qualcuno facci qualcosa.
Tommaso Labranca: Tommaso Pellizzari mi ha proposto di raddoppiare il debito, invece di cancellarlo.
Aldo Nove: Io voglio dire che voglio bene a Jovanotti perché lui è una persona che è ingenuo e dice delle cose sinceramente e quindi è molto dolce, a me mi fa una cosa che sento un affetto. Ci sono vari livelli di comunicazione, quello di Jovanotti è molto basso.Il fatto che in Italia non ci sia più nessuna forma di comunicazione politica, lui l'ha stimolata. Comunque è giusto. Io ho scritto sul Liberazione, giornale per il quale scrivo gratis perché tanto si scrive gratis per tutti, ho scritto Jovanotti ormai unico affidabile politico italiano. Mi sembra che sia un politico dignitoso. C'è questo spettro che aleggia nella politica, la mancanza di corrispondenza tra i termini e le cose.
Tommaso Labranca: Spiegami una cosa. La destra ha attaccato Fazio, Jovanotti e Sanremo per il buonismo totale. Ma non è lo stesso Berlusconi che dice l'Italia dell'odio sta a sinistra e l'Italia dell'amore e della bontà sta da lui, a destra? Non è una contraddizione?
Aldo Nove: E' una contraddizione in quanto ci sono due tipi di immagini di Hitler e sono sempre quelli. Cioè o lui in assetto proprio da guerra durante le manifestazioni di massa con il braccio destro levato o foto molto romantiche e bucoliche di lui in baita che sorride e accarezza i bambini con aria molto melliflua.
Tommaso Labranca: Sei contento di vivere in questo momento storico?
Aldo Nove: Curiosissimo. Contento non lo so, molto curioso sì. Credo di avere costantemente quest'ansia di rendermi conto di non essere in grado di capire cosa sta succedendo per la velocità in cui cambia, però anche stimolante cercare di aprire delle brecce in questo, rischiando di sbagliare qualcosa.
Tommaso Labranca: Ma ti senti protagonista di tutto quello che succede, che è successo e soprattutto che succederà?
Aldo Nove: Siamo tutti protagonisti. Siamo tutti famosi.
Tommaso Labranca: E' vero che ti dai al cinema?
Aldo Nove: Sì ho fatto un film che si chiama Hablame Luna e affronta la tematica delle crisi religiose di Clemente Mastella, lui voleva farsi parroco a 21 anni, un po' grande, e poi era anche fidanzato e doveva sposarsi, allora, essendo morto Bresson, per fare un omaggio a lui e al suo cinema, ho fatto un lungometraggio con le musiche di sciostocovic, come si dice?, un film senza scene sporche, possono guardarlo anche i giovani…
Tommaso Labranca: Allora non è molto bello!
Aldo Nove: Fa schifo! Cioè il fatto che non c'è pompini o leccate di figa. A me piace più che altro, dovendo scegliere cosa leccare, leccare il Duomo o leccare la figa di Naomi Campbell, subito lecco la figa di Naomi, non so perché. Deve essere di carattere.
Tommaso Labranca: E di Yuma che ne dici?
Aldo Nove: Ah sì, il vecchio Hume, lui è troppo razionale come carattere…
Tommaso Labranca: Chiedo scusa, non Hume, Yuma… questa sosia di Naomi Campbell che è sempre da Costanzo.
Aldo Nove: Ah sì, be' è una bella gnocca mi piace il gusto…
Tommaso Labranca: Avevi capito Hume! Ah ah! Mi ricordo al liceo quando studiammo i filosofi tedeschi, c'era questo genio superiore a tutti noi, Angelo Bertoletti, che aveva composto una meravigliosa canzoncina che diceva: E Schelling quel che vuoi…. E Kant che ti passa… E Fichte un dito in culo… Senti come mai siamo tutti portati verso questa multimedialità? Tutti suonano, scrivono, dipingono, Jovanotti, Battiato, Andy e Morgan dei Bluvertigo…
Aldo Nove: Andy Luotto anche. Fa la pubblicità agli 166 dei tarocchi. Io lo stimo troppo…
Tommaso Labranca: Sì, ma anche Pasquale, la guardia giurata di Forum, fa pubblicità a questi dei tarocchi.
Aldo Nove: Anche lui? Allora cerchiamo anche noi di farci assumere!
Tommaso Labranca: Quindi tu dopo il cinema, dopo questa cosa che stai preparando, che cosa farai?
Aldo Nove: Dopo farò una serata, un convegno con delle ragazze a porte chiuse, io e loro spero. Delle ragazze di facili costumi, di nascosto dalla mia fidanzata, spero che nessuno glielo dichi. Io ultimamente mi eccito pensando alle copertine delle videocassette. Cioè non più alle persone umane che scopano, ma proprio l'idea della videocassetta nera e quadrata mi eccita, a pensare che dentro ci sono quelli che scopano. Il fatto in sé, semantico luminarista di De Saussure, quando chiedo: Scusi, lei sa le ore? io mi masturbo immediatamente perché penso a Le Ore. Funziona così. E adesso cambia il mio asse erotico, io sono maniaco ho comperato tre DVD sporchi, ma non ho il lettore. Guardo il disco e mi eccito a pensare che dentro scopano.
Tommaso Labranca: Che fa Nanni Balestrini?
Aldo Nove: Sta scrivendo un romanzo sulla mafia, ma non riesce perché Leonetti e Lello Voce lo chiamano continuamente. Lui vuole finirlo, ma deve rispondere al telefono.
Tommaso Labranca: E Leonetti cosa fa?
Aldo Nove: Leonetti è grande, è vecchio. E' stato male ma si sta riprendendo. Adesso cerca un editore per rieditare una rivista che aveva fatto negli anni Sessanta, pagata da Einaudi ma non Ludovico, una rivista fatta con tre redazioni. Una in Francia, diretta da Roland Barthes, una in Germania diretta da Enzelsberger, una in Italia diretta da Vittorini. Poi hanno raccolto un casino di materiale ma si sono litigati per cazzi loro. Allora lui raccoglie questo materiale e farlo in libro.
Tommaso Labranca: E non trova nessuno che gli pubblichi una cosa simile?
Aldo Nove: No, perché per esempio Morgan è più importante e giustamente anche un libro sulla cucina di Andrea Pezzi… Però Elisabetta Sgarbi è una ragazza che mi sta simpatica.
Tommaso Labranca: Taci perché tu nel libro sei apparso. Ti ho odiato molto quando ho visto la tua ricetta pubblicata sul libro.
Aldo Nove: La posizione di me e Nicolò è che ci siamo rifiutati di dare qualsiasi collaborazione e per affetto nei confronti di Elisabetta che ci teneva abbiamo deciso di pubblicarlo. Adesso però mandiamo la pubblicità perché devo andare in bagno.

giovedì 25 marzo 2004

Le loro Maestà Imperiali

Una donna posta un messaggio su una chat "forse un giorno vi racconto la mia storia.." e a dozzine chiedono e implorano che faccia questo passo: che conceda alla plebaglia maschile l'onore di udire la sua favolosa storia.
Un uomo può anche scrivere che si sta per ammazzare buttandosi dalla finestra ma il massimo del calore umano che può aspettarsi è il sintetico commento: "Attento a non centrare la mia macchina...".
Non dite di no. Non fate finta di non capire. Ci sono poche cose più facili e più inutili di fingere di non capire. Ma in questo caso la situazione è troppo macroscopica, troppo palesemente ingiusta per poter essere ignorata o passata sotto silenzio. La settimana scorsa visitavo il sito di Atlandide. Stavo dando un'occhiata alle bacheche coi messaggi. Come d'abitudine (pessima abitudine) i messaggi erano suddivisi in varie categorie: "Lui cerca lei per amore", "Lei cerca lui per amore", "Lui cerca lei per amicizia", "Lui cerca lui per amicizia" .. e via delirando.

[.....]

Insomma leggo le "sezione" dei messaggi "Lui cerca lei per amore", e trovo dozzine di messaggi. Maschietti (non meritano definizioni migliori) che si accalcavano per cercare con una frase a effetto, spiritosa, romantica o semplicemente assurda, di catturare per un istante l'attenzione di una improbabile "favolosa" donna di passaggio.
Disgustato vado a leggere la sezione "Lei cerca lui per amore", aspettandomi di trovare il deserto. Sopresa! C'erano un sacco di messaggi anche in quella sezione. Vado però a leggere i titoli e i mittenti e scopro che anche qui i messaggi erano stati scritti da "lui" in cerca di "lei". Quale orrore: questi patetici, servili, "celomollisti" maschietti, dopo aver invaso in ogni ordine di posti la sezione maschile a loro dedicata, hanno invasto strisciando sulle loro bave filamentose, anche la sezione femminile, nella grottesca speranza di incappare in qualche lettrice con poco senso dell'orientamento o semplicemente lesbica (ma si tanto va bene tutto, basta che siano femmine e respirino ecc.).

A onor del vero, però, in quella sezione femminile c'era anche un messaggio scritto da un'autentica donna. (Sì, proprio una di quelle famose persone di cui si parla tanto in televisione e sui giornali).
In realtà sulla sua autenticità sarebbe lecito dubitare visto che è tristemente diffuso il fenomeno dei cyber-travestiti. Maschi che si spacciano per femmine. A volte per compiacere un immaginario erotico palesemente omosessuale, molto più spesso solo per provare il brivido di essere presi in considerazione da qualcuno. E una firma femminile al proprio messaggio è sempre garanzia di un grande successo di pubblico.
In quel caso però sull'autenticità della natura femminile dell'autore non ho alcun dubbio. L'arroganza di quelle parole. Il diktat, quasi un manifesto di nuova razza ariana, del potenziale prescelto, era un chiaro segno delle origini dell'autore. Trattasi di "mitica" donna: una favolosa maestà imperiale che stava cercando un principe per avere un giorno un erede cui lasciare il regno e l'impero.
Richieste: "Alto ma non più di un metro e 85". Eh già perché il troppo è troppo. Andare in giro con uno spilungone potrebbe essere "inelegante". Anche perché mi sa che la "Sua Altezza", autrice del messaggio, doveva essere alta come un tavolino.
"Età tra i trenta e i trentasei anni". perché non dire semplicemente: "Deve avere 33 anni"!?
E poi l'elenco proseguiva con le qualità umane, caratteriali ed economiche. Con quei soliti amabili paradossi tipicamente femminili: "Deciso ma non aggressivo", "Sensibile ma non introverso", "Gran scopatore ma non fedigrafo", "Ricco ma non avido" ecc, ecc.
Ora la cosa interessante è che nelle richieste "minime" di età e altezza io ci sarei rientrato, anche se per un pelo.
Sono un metro e 83. Questo significa che se mettessi scarpe con tre centimetri di tacco verrei "squalificato". Tuttavia avrei potuto infilarmi delle pianelle e sciabattare fino a Verona per conoscere cotanta Altezza Imperiale. Ma mi sono astenuto dal farlo, perché sapevo che se fossi andato a incontrarla sarebbe stato solo per farle una faccia così di schiaffi. A lei e a tutti quegli stronzi senza dignità che hanno risposto al suo annuncio.

Vorrei fosse chiara una cosa. E' innegabile un certo mio astio contro queste "Maestà imperiali". perché l'invidia è una brutta bestia, e tanti privilegi del tutto immeritati, non possono lasciarmi indifferente. Vorrei però fosse chiaro che l'obiettivo principale dei miei strali non sono le donne ma gli uomini. Questi uomini senza dignità che strisciando e umiliandosi in continuazione, usando sempiternamente come unico approccio con le donne il "calabraghe istantaneo" di Montanelliana memoria, finiscono non solo (com'è ovvio) per trasformare la loro vita in un inferno ma cosa più grave, dal mio punto di vista, finiscono per rendere la vita difficile a tutti gli altri uomini, me compreso, proprio a causa del loro servile comportamento.
Potrà anche essere "spoetizzante" come esempio ma indubbiamente riesce a raggiungere lo scopo. L'obiettivo di spiegare la natura di questa autentica piaga sociale. L'esempio è quello del mercato del lavoro. Se non ci fossero dei sindacati che impongono un contratto collettivo con diritti (salario, ferie, assistenza sanitaria ecc) minimi, potete stare certi che ci sarebbero persone, molte persone, disposte a lavorare per 800.000 al mese, senza assistenza, senza ferie e con orari variabili a seconda dell'umore padronale. Questa situazione finirebbe per danneggiare anche coloro che già avevano un lavoro ben retribuito per l'ovvia ragione che i datori di lavoro se sapessero di poter contare su questa massa di disperati, disposti a lavorare per un tozzo di pane, non avrebbero motivo di continuare a fornire stipendi decorosi.
Nel caso dei rapporti uomo-donna non si parla di denaro (non sempre quantomeno) ma esiste comunque una "moneta" di scambio. Si da e si prende in queste relazioni. Il punto è quanto si da e quanto si prende.
Disgraziatamente non esiste un "sindacato" degli uomini, e si vede. Ogni donna, per quanto bruttina, in la con gli anni, o caratterialmente insignificante, è abituata ad avere comunque dei corteggiatori. Per il solo fatto di essere nata donna, ma anche di essere nata sul territorio italiano. Eh si perché la situazione italiana è particolare.
Questa folla di maschi disperati, disposti a osannare qualunque stronza di passaggio finisce per rendere insostenibile la situazione anche per gli uomini che vivono e si muovono in posizione eretta, i quali a dispetto delle loro giuste aspettattive finiranno per scontrarsi con una popolazione femminile sempre più viziata ed esigente. Ormai abituata a poter avere tutto senza offrire nulla.
Poco tempo fa mi è capitato di leggere un articolo attinente all'argomento. Si parlava di una particolare statistica: l'aumento delle unioni tra italiani e straniere. Attenzione però: l'aumento riguardava solo coppie formate da uomini italiani e donne straniere. E non viceversa. Gli uomini stranieri si guardavano bene dal mettersi con donne italiane. Donne "immotivatamente pretenziose" come ebbe acutamente a definirle un turista inglese in quello stesso articolo.
Non del tutto "immotivato" comunque il loro comportamento. Ormai si sono abituate a questo andazzo. Al fatto che in Italia il valore complessivo di un maschio è circa tre o quattro volte inferiore a quello di una femmina. E si parla di un "valore" quasi economico, nato dalle folli evoluzioni di domanda e offerta in questo settore, non certo di un valore reale. Visto che sempre più spesso capita di incontrare coppie decisamente male assortite. Uomini interessanti, simpatici, talora vistosamente attraenti, legati a donne bruttine, superficiali e tragicamente banali in ogni loro manifestazione. Ma tant'è, a questo ormai si è arrivati. Per fortuna il mondo non finisce ai confini italiani. Il sapere che oltre il Brennero c'è un intero continente pieno di donne non irragionevolmente pretenziose è incoraggiante.
Disgraziatamen­te andare a vivere all'estero non è alla portata di tutti. Sicuramente non lo è per me, attualmente. Ma ormai sono sempre più convinto che legarsi a un'italiana sarebbe come intraprendere la professione stabile di "zerbino". Avresti una casa con dentro un'Altezza Imperiale e tanti ospiti che fanno la fila per venire a trovarla. E prima di entrare si pulirebbero le scarpe su di te.
Quello che può dare un'idea della sperequazione a cui si è arrivati, è il modo in cui le donne italiane reagiscono a complimenti e sguardi adoranti: con fastidio.
"Le loro Maestà Imperiali" sono infastidite dagli osanna della folla...". Eh, già, sono seccature. Non potete neanche uscire di casa che folle di maschi iniziano a fare la hola.
Ma almeno in questo senso mi sento di potervi tranquillizzare: questi "fastidi" non dureranno per sempre. Verrà un giorno in cui la "folla" quando vi incontrerà cambierà marciapiede. E quel giorno, nel momento in cui avrete per la prima volta toccato il fondo, saprete quello che hanno provato e provano gli uomini in ogni giorno della loro vita.

Paolo Messia

Homo faber sui Dei

Invece di autocommiserarsi e lamentarsi degli stereotipi negativi propagandati dal film The Passion di Mel Gibson, se la comunità ebraica avesse fegato, risponderebbe per le rime a chi la accusa di avere ucciso Cristo.
Direbbe: "E va bene. Ma ammettelo, vi abbiamo fatto un favore, uccidendolo. E anche Giuda. Dove sarebbe la vostra religione senza di noi?"
Questo, però, significherebbe ammettere che le religioni sono opera dell'uomo. Una rivelazione troppo sconvolgente, da cui insistiamo a proteggerci.


Christopher Hitchens, da Vanity Fair del 25 marzo 2004

lunedì 15 marzo 2004

la poetrice della bovisa


Ho venticinque anni e da settembre vivo in questa milano.
vengo dalla campagna di tranquillamente marche
e sono scappata da una famiglia di ex contadini per fare la mia vita, seguire la mia strada,
crearmi un'identità,
scoprire il mio lato oscuro, amare la mia ombra,
sperimentare la dimensione del male
la dimensione del dolore
la dimensione del doppio
quella dell'arte in generale
e la simbologia
Con il loro affitto.
I miei sono in pensione.
Vivo in un ex spazio industriale recuperato e adibito a casa-ufficio.
Un loft di 250 mq con diverse docce, la moquette verde finto prato, le piante,
Le mazze da golf, i pc, le tazze ikea, i piumini bianchi ikea, il te verde, i biscotti biodinamici,
il latte di cocco.
gli sci in corridoio.
e dei desainer che lavoravano per prada
Sono stata alla sfilata di Armani.
Ma non frequento, mi ci hanno portato.
Sono ambienti aridi.
Io ho bisogno della stazione centrale e della metropolitana
dei bambini svuotati come quaglie, con due dita che ti passano dal culo
e ti cavano l'anima
bambini gelati sulle ginocchia, granstecchi ducali
Perché cerco la vita vera.
Quella vissuta, che passa solo per le porte del dolore.
I buchi della sofferenza, le piaghe dell'esistenza.
La carne in ogni suo bordo beccato.
Faccio ricerca.
Faccio sperimentazione.
Sono amica di aldo nove
E so anche il suo nome vero...
L'anno scorso pesavo quarantanove chili, si vedevano lo sterno e le costole fra I seni sembravo malata,
sembravo un angelo con le ali d'ossa, e se volavo I muscoli diventavano tamburi.
ed ero fighissima
Ora ho messo su qualche chilo ho le guance rosse e ho cominciato a fumare molto
per aumentare le rughe nel contorno occhi,
E virare in giallo la pelle.
Dicono che scrivo come la santacroce.
dico che scrivo troppe spesso cazzo.
Dicono che sono fotogenica.
dicono che comunico molto qualcosa.
Dicono che leggo bene e devo partecipare agli slam poetry.
Dicono che fra qualche anno forse potrei sfondare
e pubblicare magari per I bianchi dell einaudi
Che dicono essere la migliore collana di poesia e io dico che è vero...

giovedì 11 marzo 2004

La piramide dei bisogni di Maslow

Lo psicologo americano Abraham H. Maslow analizzando i bisogni degli esseri umani è arrivato alla conclusione che non tutti i bisogni hanno la stessa importanza.
Egli distingue cinque gradini gerarchici.
I bisogni primari, cioè quelli fisiologici (fame, sete, salute, riposo), sono i più importanti.
Solo quando questi sono soddisfatti, si manifestano gli altri bisogni.
Ad un secondo livello vi sono i bisogni di sicurezza (protezione, certezza, tranquillità), riferiti alla rassicurazione minima per poter andare avanti.
Al terzo livello vi sono i bisogni sociali (appartenenza, amore, accettazione).
Al quarto livello i bisogni dell'Io esteriore, espressione del modo in cui si vorrebbe essere percepiti e considerati (prestigio, rispetto, riconoscimento).
Il quinto e più alto gradino è la realizzazione dell'Io interiore, la realizzazione compiuta di se stesso.
L'essere umano deve percorrere i gradini della piramide uno dopo l'altro, nell'ordine e senza salti.
Se non dovesse andare bene, ricade indietro con il rischio di dover iniziare da capo.
Il bisogno che in un determinato momento è il meno soddisfatto, costituisce il miglior mezzo di motivazione, perchè l'uomo, senza la spinta motivazionale rimane immobile nel cammino per la realizzazione di sè.

lunedì 8 marzo 2004

la donna dei romanzi di Fogazzaro è vile, indecisa, ipocrita, piena di rimorsi, neutrale, conservatrice, reazionaria, voglio-non-voglio, sarò-non-sarò tua, forse-domani-un-poco, fino-al-petto-ma-non-più-giù...

Peraltro, pur essendo contro il femminismo, Marinetti esprimeva concetti che emancipavano la donna del tempo:
la famiglia come è costituita oggi dal matrimonio senza divorzio è assurda, nociva e preistorica, quasi sempre un carcere. Essa nasce quasi sempre, per la donna, da una legale compra-vendita d'anima e di corpo, per questo bisogna distruggere non soltanto la proprietà della terra, ma anche la proprietà della donna.
Noi vogliamo che una donna ami un uomo e gli si conceda per il tempo che vuole; poi, non vincolata da contratto , né da tribunali moralistici, metta alla luce una creatura che la società deve educare fisicamente e intellettualmente ad un'alta concezione di libertà italiana.

giovedì 4 marzo 2004

La prima reazione di un animale frustrato e' in genere quella di tentare con maggior slancio di raggiungere il proprio scopo. Per esempio, un pollo (Gallus domesticus) affamato, cui si impedisca di raggiungere il cibo circondandolo con una rete di fil di ferro, tentera' con sforzi sempre piu' frenetici di superare lo sbarramento infilandosi tra le maglie della rete. A poco a poco, tuttavia, questo comportamento viene rimpiazzato da un altro, apparentemente privo di obiettivo. Quando non possono ottenere il cibo desiderato, i piccioni (Columba livia) beccano ripetutamente il terreno, anche qualora sul terreno non si trovi alcun oggetto commestibile. Oltre ad abbandonarsi a questo beccare indiscriminato, essi si danno anche a un frenetico lisciamento delle penne; tale comportamento insensato, frequente nelle situazioni che implichino frustrazione o conflitto, viene definito attivita' di sostituzione.
All'inizio del 1986, poco dopo aver compiuto trent'anni, cominciò a scrivere.


Michel Houellebecq, Le particelle elementari